L’uomo del sangue

Testo e musica di Carlo Audino

Nella notte il telefono grida
chiamando qualcuno che dorme lassù
E Giacomo sotto il lenzuolo bagnato di caldo
si alza e va giù

"Pronto…mi scusi…è una donna…
…ha bisogno di sangue…e chiamo lei…"
I calzini, i calzoni, le scarpe,
la camicia sbracciata…
chiude e va via…

     E Giacomo corre sulle strade di qui
     sui sampietrini della sua città
     Guarda un ubriaco e l'ubriaco lo sa
     che Giacomo vive per la sua città…città

          Corri Giacomo la notte è tua 
          vedrai qualcuno ti penserà
          C'è qualcuno lì che ha paura
          ed ha bisogno di te…di te…

               Quanta gente che si sbraccia per salvare una vita
               Quanta gente come Giacomo si trova qui…

"Si stenda…" e l'ago gli entra 
salvando la donna col sangue di lui
La gente ringrazia e i dottori e Giacomo 
fuggono tornando lassù…

     E Giacomo corre sulle strade di qui
     sui sampietrini della sua città
     Guarda un ubriaco e l'ubriaco lo sa
     che Giacomo vive per la sua città…città…

          Corri Giacomo la notte è tua 
          vedrai qualcuno ti penserà
          c'è qualcuno li che ha paura
          ed ha bisogno di te…di te…

          Corri Giacomo la notte è tua…
          …ed ha bisogno di te…di te…

CREDITS

Carlo Audino : voce, cori e chitarre

Riccardo Taddei : tastiere e piano

Simone Ceracchi : basso

Luca Fareri : batteria

Registrato presso LR STUDIO di Lariano (RM)

Radiodate 11 Giugno 2021

Arrangiamenti di Carlo Audino e Riccardo Taddei

Testo e musica di Carlo Audino

Sabrina Seaside : art director


Approfondimento

Al liceo avevo un compagno in classe che mi stupì quando mi confidò, con tranquilla indifferenza, che lui era un donatore di sangue e doveva andare a fare la donazione proprio quella settimana. Io rimasi scioccato: ero uno di quei tanti ragazzi che appena sentono solo nominare la parola “ago” cominciano ad avere vuoti e svenimenti! Insomma: ero un fifone fra tanti! Negli anni sono migliorato: ho provato a superare il trauma facendo volontariato nella Croce Rossa e, tuttora, nella Protezione Civile. Ho anche io donato sangue ma in quei lontani giorni non riuscii ad esimermi dal comporre una canzone dedicata al mio grandioso eroe-amico Giacomo G. di cui tuttora conservo un ricordo di una persona sicura di se e rassicurante: non mi stupirebbe se sapessi che adesso è diventato un dottore o qualcosa del genere (in effetti l’ho perso di vista). Bene, spero che questo brano ti piaccia e come anche lo stile fluente del testo che cerca di descrivere qualcosa che è davvero un mondo a se stante: non è solo un “chiama e doni”, ma c’è tutto un gigantesco apparato che in Italia è curato ed organizzato da fantastiche e volenterose associazioni di volontari, spesso anche locali. Impossibile non citare le più grandi che sono A.V.I.S. (Associazione Volontari Italiani del Sangue), FIDAS(Federazione Italiana Associazioni Donatori di sangue), Croceazzurra (Associazione Donatori di Sangue e Midollo), etc etc. Ovviamente non posso non dedicare questo brano anche a chi lavora sia nel settore del Volontariato (di cui faccio anche io fieramente parte) e in genere medico/infermieristico. Con affetto, Carlo


Per quanto riguarda l’aspetto tecnico, l’arrangiamento reggae è sembrato il più calzante: dovrebbe così dare il senso della corsa di Giacomo agitata ma razionale. Il testo non è stato mai modificato quindi è quello scritto di getto all’epoca della composizione. Interessante il modo di descrivere i momenti con piccole immagini: infatti le “lenzuola bagnate” e “la maglietta sbracciata” fanno capire che è estate e Giacomo suda mentre dorme. Ipnotico volutamente il momento dell’ingresso in ospedale e della constatazione del fatto che esistono tantissimi eroi come “Giacomo” che fanno di tutto per salvare la vita altrui: sono altri donatori, portantini, volontari, poliziotti, infermieri, medici e tecnici. Infine, dopo l’emergenza, chi può, torna “lassù”: chi a casa e chi alle normali attività. Ho raddoppiato la voce aumentata di un’ottava nei punti dove volevo essere più presente nell’orecchio dell’ascoltatore.



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