Canto di strega

Canto di strega

Testo e musica di Carlo Audino

Specchio, oh Specchio, 
Specchio mio grande tesoro:  
dimmi che cosa mi accade
in questa età dell'oro

Oro, smeraldo, argento
rubini, diamanti e topazi…
no, non sono felice.
Di ricchezze ormai siamo sazi.

     Ti dirò tutto ciò che sento
     anche se parlo invano
     ma ti prego, fammi fuggire
     da questi tuoi campi di grano

     Ormai il nostro amore è scomparso
     come il sole che tramonta laggiù.
     Su questo grano ormai arso 
     non mi rimani che tu.

          Ma no, Specchiuccio: fallo per me,
          prima che veleno gli darò.
          E poi potrò cantare,
          e poi potrò riamare…

Ormai mi sono sfogata
con questo mio canto di strega.
Riprenderò la mia strada
con te, Specchiuccio, con te.

CREDITS

Carlo Audino : voce, cori e chitarre

Riccardo Taddei : tastiere e piano

Simone Ceracchi : basso

Luca Fareri : batteria

Registrato presso LR STUDIO

Radiodate 1 Ottobre 2021

Arrangiamenti di Carlo Audino e Riccardo Taddei

Testo e musica di Carlo Audino

Alessandra Audino : attrice

Sabrina Seaside : art director


Approfondimento

Anche il personaggio più malvagio può avere un momento di debolezza e, guardandosi indietro ed attorno, si rende conto di essere solo o comunque non con la giusta compagnìa. E così Strega Bugia intona il suo canto dopo aver rifiutato le avances dello sfigato Mago Merlino (ovviamente questa è una pura costruzione della mia mente!). E nella sua profonda crisi emotiva si accorge che qualcosa non va neanche con il suo amore di sempre: il fedele Specchiuccioed i suoi adorati campi di grano. Tuoni e saette tutto intorno fanno da cornice a questa quantomai originale crisi coniugale. Poi, al termine del canto liberatorio, lei ritrova tutto il suo amore per lo specchio e sente la rinnovata forza malefica rigenerata e rinforzata in tutto il suo diabolico spirito. E continuarono a fare del male…


Aspetto tecnico

La prima stesura del testo di Canto di Strega fu scritta in una parete del bagno maschile del Liceo Classico che allora frequentavo a Velletri (RM). La cosa curiosa fu che una decina di anni dopo la mia maturità andai a trovare i miei vecchi professori e ad un certo punto, avendone la necessità, entrai proprio in quel bagno. Avevo del tutto dimenticato di aver scritto la mia composizione tra una marea di altre dediche su quelle mura e quando me lo trovai davanti rimasi sbalordito! Le pareti erano state rinfrescate e pitturate per varie volte ma quel testo era sempre stato lasciato li per tutti questi anni! Ne rimasi piacevolmente sconvolto. Invece per quanto riguarda la costruzione dei suoni sono stati scelti quelli che meglio si adattassero ad una scena così tetra: quindi spazio ad organi severi e maestosi insieme a chitarre distorte e voci che affogano nel nulla soffocante, oltre a spinette e violoncelli. Importanti i respiri che separano le varie parti del brano. Un tuono scandisce la fine della crisi e la ripresa della normale vita della strega. Infine la scelta del vezzeggiativo eroicomico “Specchiuccio” risente molto dell’influenza di Alessandro Tassoni che stavo studiando all’epoca della creazione del brano.



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